Mare, Spiagge, sea, beaches,

Salvatore
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La spiaggia di Is Arutas si estende per diversi chilometri, presenta un mare trasparente che assume colori tra il verde e l'azzurro intenso. E' conosciuta come la spiaggia dei chicchi di riso, essendo composta da piccoli granelli di quarzo, che presentano sfumature che vanno dal rosa, al verde, al bianco candido. Is Arutas, così come le vicine spiagge di Mari Ermì e Punta Maimoni, si differenziano principalmente dalle altre coste della Sardegna, in quanto composte da granito porfirico e non dalla più comune roccia calcarea. Il lento disgregarsi della materia sotto eventi atmosferici e in seguito a condizioni particolari di raffreddamento, ha creato dei fondali composti di variopinti granelli di quarzo. Questo angolo di Sardegna è unico nel suo genere e, per larghi tratti, è ancora selvaggio e poco costruito. Garantisce i basilari servizi, ma non è meta di un turismo di massa. Tutto ciò rende la spiaggia di Is Arutas ancor più affascinante.
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Spiaggia di Is Arutas
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La spiaggia di Is Arutas si estende per diversi chilometri, presenta un mare trasparente che assume colori tra il verde e l'azzurro intenso. E' conosciuta come la spiaggia dei chicchi di riso, essendo composta da piccoli granelli di quarzo, che presentano sfumature che vanno dal rosa, al verde, al bianco candido. Is Arutas, così come le vicine spiagge di Mari Ermì e Punta Maimoni, si differenziano principalmente dalle altre coste della Sardegna, in quanto composte da granito porfirico e non dalla più comune roccia calcarea. Il lento disgregarsi della materia sotto eventi atmosferici e in seguito a condizioni particolari di raffreddamento, ha creato dei fondali composti di variopinti granelli di quarzo. Questo angolo di Sardegna è unico nel suo genere e, per larghi tratti, è ancora selvaggio e poco costruito. Garantisce i basilari servizi, ma non è meta di un turismo di massa. Tutto ciò rende la spiaggia di Is Arutas ancor più affascinante.
San Giovanni di sinis è una delle tante spiagge di Capo San Marco nell’ovest Sardegna che è situata nel comune di Cabras a pochi chilometri da Oristano.
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San Giovanni di Sinis
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San Giovanni di sinis è una delle tante spiagge di Capo San Marco nell’ovest Sardegna che è situata nel comune di Cabras a pochi chilometri da Oristano.
Si trova all’interno del territorio comunale di San Vero Milis (OR). Il nome significa "tavola lunga", perchè un basso bancone roccioso la protegge dalle onde, creando un effetto piscina.
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Sa Mesa Longa
Sa Mesa Longa
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Si trova all’interno del territorio comunale di San Vero Milis (OR). Il nome significa "tavola lunga", perchè un basso bancone roccioso la protegge dalle onde, creando un effetto piscina.
La località prende il nome dall'arco di roccia naturale (in sardo appunto s'archìttu) che domina la cala posta subito a fianco della località ed è raggiungibile a piedi tramite un lastricato pedonale creato nel 2002 che segue il tracciato originale del precedente sentiero sterrato. Nei mesi estivi, dopo il tramonto l'arco è illuminato artificialmente, costituendo un'attrazione turistica. Da questo sono soliti tuffarsi i giovani e i meno giovani; nel 2001 la parte posteriore dell'arco di roccia è stata teatro del Campionato mondiale di tuffi dalle grandi altezze. Alto circa 15 metri, è il risultato dell'erosione marina di un'antica grotta formata da calcare, marne e depositi fossiliferi; grazie alla sua originalità è sottoposto a tutela con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con denominazione "Monumento naturale S'Archittu di Santa Caterina"
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S'Archittu
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La località prende il nome dall'arco di roccia naturale (in sardo appunto s'archìttu) che domina la cala posta subito a fianco della località ed è raggiungibile a piedi tramite un lastricato pedonale creato nel 2002 che segue il tracciato originale del precedente sentiero sterrato. Nei mesi estivi, dopo il tramonto l'arco è illuminato artificialmente, costituendo un'attrazione turistica. Da questo sono soliti tuffarsi i giovani e i meno giovani; nel 2001 la parte posteriore dell'arco di roccia è stata teatro del Campionato mondiale di tuffi dalle grandi altezze. Alto circa 15 metri, è il risultato dell'erosione marina di un'antica grotta formata da calcare, marne e depositi fossiliferi; grazie alla sua originalità è sottoposto a tutela con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con denominazione "Monumento naturale S'Archittu di Santa Caterina"
Una distesa di due chilometri di sabbia chiarissima, impreziosita da chicchi di quarzo con varie sfumature di bianco e rosa, tipici del litorale di Cabras, da cui dista 13 chilometri. La stupenda e preziosa spiaggia di M​aimoni, con caratteristiche del tutto simili alle vicine e altrettanto belle Is Arutas e Mari Ermi, sorge all’interno dell’area marina della penisola del Sinis e deriva il suo nome dal dio sardo e fenicio dell’acqua e della pioggia. Al culto della divinità si ricollega, in una sorta di continuità religiosa, la chiesa di san Salvatore, costruita nel XVII secolo sui resti di un ipogeo precristiano, a pochi passi dalla spiaggia. Il litorale è ampio e lungo, con alcuni tratti di scogli sulla riva. L’acqua è cristallina e trasparente, le tonalità del mare azzurre e turchesi, il fondale sabbioso e digradante, ideale per far nuotare i più piccoli, seppure con precauzione perché il maestrale spesso genera onde alte. Non a caso, Maimoni è una grande attrattiva per gli appassionati di kite surf, wind surf e surf da tavola. La spiaggia, dotata di ampio parcheggio, bar e ristoranti, è orlata da dune ricoperte di macchia mediterranea e da stagni che fanno parte dell’area protetta. A sei chilometri, lungo la strada per la spiaggia, si trova il suggestivo villaggio di san Salvatore: è meta, a inizio settembre, dei fedeli di Cabras nella Corsa degli Scalzi, appassionata processione, nonché uno degli eventi identitari più suggestivi della Sardegna. Il villaggio è noto come location da Cinecittà: ​tra gli anni Sessanta e Settanta del XX secolo fu scenario di famosi ‘spaghetti western’. Insieme alle tre spiagge di quarzo (Is Arutas, Maimoni e Mari Ermi), nel litorale di Cabras, da non perdere è anche la sabbia di sabbia finissima di San Giovanni di Sinis.
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Spiaggia di Maimoni
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Una distesa di due chilometri di sabbia chiarissima, impreziosita da chicchi di quarzo con varie sfumature di bianco e rosa, tipici del litorale di Cabras, da cui dista 13 chilometri. La stupenda e preziosa spiaggia di M​aimoni, con caratteristiche del tutto simili alle vicine e altrettanto belle Is Arutas e Mari Ermi, sorge all’interno dell’area marina della penisola del Sinis e deriva il suo nome dal dio sardo e fenicio dell’acqua e della pioggia. Al culto della divinità si ricollega, in una sorta di continuità religiosa, la chiesa di san Salvatore, costruita nel XVII secolo sui resti di un ipogeo precristiano, a pochi passi dalla spiaggia. Il litorale è ampio e lungo, con alcuni tratti di scogli sulla riva. L’acqua è cristallina e trasparente, le tonalità del mare azzurre e turchesi, il fondale sabbioso e digradante, ideale per far nuotare i più piccoli, seppure con precauzione perché il maestrale spesso genera onde alte. Non a caso, Maimoni è una grande attrattiva per gli appassionati di kite surf, wind surf e surf da tavola. La spiaggia, dotata di ampio parcheggio, bar e ristoranti, è orlata da dune ricoperte di macchia mediterranea e da stagni che fanno parte dell’area protetta. A sei chilometri, lungo la strada per la spiaggia, si trova il suggestivo villaggio di san Salvatore: è meta, a inizio settembre, dei fedeli di Cabras nella Corsa degli Scalzi, appassionata processione, nonché uno degli eventi identitari più suggestivi della Sardegna. Il villaggio è noto come location da Cinecittà: ​tra gli anni Sessanta e Settanta del XX secolo fu scenario di famosi ‘spaghetti western’. Insieme alle tre spiagge di quarzo (Is Arutas, Maimoni e Mari Ermi), nel litorale di Cabras, da non perdere è anche la sabbia di sabbia finissima di San Giovanni di Sinis.
Mal di Ventre (Isula de Malu 'Entu o semplicemente Malu 'Entu, che in sardo significa "isola del vento cattivo" erroneamente tradotto in "mal di Ventre" in Italiano) è un'isola del Mare di Sardegna antistante la costa della penisola del Sinis, dalla quale dista circa 9,26 km (5 miglia marine)[1]. È inclusa nel perimetro dell'Area marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre. In sardo malu bentu (o con elisione della prima consonante "malu 'entu") significa "cattivo vento" per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, influenzate tanto dal vento dominante di maestrale tanto dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla Sardegna. L'isola di Mal di Ventre ha una superficie di 0,80 km² e presenta un aspetto pianeggiante, con l'altitudine massima di appena 18 m s.l.m. È presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi, rettili e di volatili. La sua origine geologica è molto antica e risale al tardo Carbonifero; le formazioni rocciose dell'isola sono infatti costituite da monzograniti equigranulari, relitto delle inclusioni plutoniche tardo-erciniche che si rinvengono in alcuni siti della Sardegna e della Corsica. L'affioramento dell'isola fa parte di un complesso granitico, in gran parte sommerso, che si estende da sud a nord davanti alle coste della Penisola del Sinis e rappresenta l'unica formazione paleozoica della zona. Le formazioni geologiche del Sinis, infatti, hanno origine più recente, in quanto costituite dall'affioramento di depositi calcarei e lave andesitiche del Miocene e da lave basaltiche e depositi di arenarie calcaree del Pliocene. La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l'approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell'isola soffia particolarmente intenso. I fondali del mare intorno all'isola si presentano rocciosi.
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Mal di Ventre
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Mal di Ventre (Isula de Malu 'Entu o semplicemente Malu 'Entu, che in sardo significa "isola del vento cattivo" erroneamente tradotto in "mal di Ventre" in Italiano) è un'isola del Mare di Sardegna antistante la costa della penisola del Sinis, dalla quale dista circa 9,26 km (5 miglia marine)[1]. È inclusa nel perimetro dell'Area marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre. In sardo malu bentu (o con elisione della prima consonante "malu 'entu") significa "cattivo vento" per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, influenzate tanto dal vento dominante di maestrale tanto dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla Sardegna. L'isola di Mal di Ventre ha una superficie di 0,80 km² e presenta un aspetto pianeggiante, con l'altitudine massima di appena 18 m s.l.m. È presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi, rettili e di volatili. La sua origine geologica è molto antica e risale al tardo Carbonifero; le formazioni rocciose dell'isola sono infatti costituite da monzograniti equigranulari, relitto delle inclusioni plutoniche tardo-erciniche che si rinvengono in alcuni siti della Sardegna e della Corsica. L'affioramento dell'isola fa parte di un complesso granitico, in gran parte sommerso, che si estende da sud a nord davanti alle coste della Penisola del Sinis e rappresenta l'unica formazione paleozoica della zona. Le formazioni geologiche del Sinis, infatti, hanno origine più recente, in quanto costituite dall'affioramento di depositi calcarei e lave andesitiche del Miocene e da lave basaltiche e depositi di arenarie calcaree del Pliocene. La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l'approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell'isola soffia particolarmente intenso. I fondali del mare intorno all'isola si presentano rocciosi.
tramonto a Is Arutas
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Is Arutas
Is Arutas
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tramonto a Is Arutas
In provincia di Oristano, nel promontorio che rappresenta il confine settentrionale della penisola del Sinis, c’è uno splendido tratto di costa: sabbia bianca, frammenti di quarzo e scogli levigati che si affacciano sul mare verde-azzurro Poco a sud di Capo Mannu, estrema punta settentrionale dell’area marina della penisola del Sinis, un luogo dalla stupefacente concentrazione di bellezze costiere che alterna calette a tratti di roccia calcarea, sorge una lunga spiaggia dall’aspetto oceanico-tropicale. È s’Arena Scoada, che si estende da Punta s’Incodina, vicino alle falesie di su Tingiosu, sino a Putzu Idu, da cui è separata da una piccola scogliera. La spiaggia, che rientra nel territorio di San Vero Milis, da cui dista meno di venti chilometri, mentre Oristano è lontana 25, in origine era s’aena scoada, ossia l’asina senza coda. Poi il nome si è trasformato in ‘sabbia senza coda’, sabbia che è dorata e molto fine, alternata a piccolissimi frammenti di quarzo multicolore, pietre e scogli levigati. Una particolarità caratterizzante sono le rocce calcaree miste ad argilla, usate per le sabbiature. L’acqua è limpidissima, di colore verde-azzurro, il fondale sabbioso digrada dolcemente. Da qui ammirerai panorami che si aprono verso l’isola di Mal di Ventre. L’arenile è molto frequentato da appassionati di kite e windsurf e mette a disposizione ampio parcheggio e bar. Alle spalle si trova un piccolo centro turistico, mentre sul lato nord ammirerai un suggestivo arco scavato nella roccia: s’Architteddu. Oltre, ci sono la spiaggia di Putzu Idu e le altre perle di Capo Mannu, immenso promontorio che è quasi un’isola, dato che è collegato alla terraferma da strisce di terra e dallo stagno Salina Manna. Incontrerai nell’ordine Mandriola, le cale sa Figu e dei Tedeschi, sa Mesa Longa, su Pallosu e, superato il promontorio, sa Rocca Tunda e le calette di Scal’e Sali. A sud invece, al confine con Riola Sardo, la costa rocciosa si solleva rispetto alla battigia quasi a preannunciare lo spettacolo imponente della falesia di su Tingiosu. Dall’erosione del calcare si sono generate piccole incantevoli calette.
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S'Arena Scoada
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In provincia di Oristano, nel promontorio che rappresenta il confine settentrionale della penisola del Sinis, c’è uno splendido tratto di costa: sabbia bianca, frammenti di quarzo e scogli levigati che si affacciano sul mare verde-azzurro Poco a sud di Capo Mannu, estrema punta settentrionale dell’area marina della penisola del Sinis, un luogo dalla stupefacente concentrazione di bellezze costiere che alterna calette a tratti di roccia calcarea, sorge una lunga spiaggia dall’aspetto oceanico-tropicale. È s’Arena Scoada, che si estende da Punta s’Incodina, vicino alle falesie di su Tingiosu, sino a Putzu Idu, da cui è separata da una piccola scogliera. La spiaggia, che rientra nel territorio di San Vero Milis, da cui dista meno di venti chilometri, mentre Oristano è lontana 25, in origine era s’aena scoada, ossia l’asina senza coda. Poi il nome si è trasformato in ‘sabbia senza coda’, sabbia che è dorata e molto fine, alternata a piccolissimi frammenti di quarzo multicolore, pietre e scogli levigati. Una particolarità caratterizzante sono le rocce calcaree miste ad argilla, usate per le sabbiature. L’acqua è limpidissima, di colore verde-azzurro, il fondale sabbioso digrada dolcemente. Da qui ammirerai panorami che si aprono verso l’isola di Mal di Ventre. L’arenile è molto frequentato da appassionati di kite e windsurf e mette a disposizione ampio parcheggio e bar. Alle spalle si trova un piccolo centro turistico, mentre sul lato nord ammirerai un suggestivo arco scavato nella roccia: s’Architteddu. Oltre, ci sono la spiaggia di Putzu Idu e le altre perle di Capo Mannu, immenso promontorio che è quasi un’isola, dato che è collegato alla terraferma da strisce di terra e dallo stagno Salina Manna. Incontrerai nell’ordine Mandriola, le cale sa Figu e dei Tedeschi, sa Mesa Longa, su Pallosu e, superato il promontorio, sa Rocca Tunda e le calette di Scal’e Sali. A sud invece, al confine con Riola Sardo, la costa rocciosa si solleva rispetto alla battigia quasi a preannunciare lo spettacolo imponente della falesia di su Tingiosu. Dall’erosione del calcare si sono generate piccole incantevoli calette.
Raggiungete la rotonda che porta a Bosa Marina e Alghero, imboccate quindi la strada per Sas Covas e parcheggiate la macchina alla fine della nautica, di lì proseguite a piedi sul sentiero lungo costa, dovete prendere il sentiero basso anche se sembra che non vada da nessuna parte e non quello alto che è invece panoramico – soprattutto non provate a transitarci in auto, anche perché nell’estate 2016 è stato istituito il divieto di transito e stanno fioccando le multe – , quindi dovete costeggiare il costone roccioso sulla destra, si cammina senza difficoltà su degli scogli piatti, troverete altre piscinette e calette, in 15 minuti si arriva. Il percorso è facile e adatto a tutti.
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Cane Malu
Via Sas Covas
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Raggiungete la rotonda che porta a Bosa Marina e Alghero, imboccate quindi la strada per Sas Covas e parcheggiate la macchina alla fine della nautica, di lì proseguite a piedi sul sentiero lungo costa, dovete prendere il sentiero basso anche se sembra che non vada da nessuna parte e non quello alto che è invece panoramico – soprattutto non provate a transitarci in auto, anche perché nell’estate 2016 è stato istituito il divieto di transito e stanno fioccando le multe – , quindi dovete costeggiare il costone roccioso sulla destra, si cammina senza difficoltà su degli scogli piatti, troverete altre piscinette e calette, in 15 minuti si arriva. Il percorso è facile e adatto a tutti.