La guida della Sala Vecchia alla scoperta del Casentino

Giacomo
La guida della Sala Vecchia alla scoperta del Casentino

Visite turistiche

Il fantastico santuario della Verna si trova sull'Appennino Toscano. Il monte, ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti, è visibile da tutto il Casentino e dall'alta Val Tiberina ed ha una forma inconfondibile con la sua vetta di circa m 1283, tagliata a picco da tre parti. Nell'estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava. L'evento delle stimmate e l'esempio di vita sono il bene più prezioso che Francesco consegna ai frati della Verna. L'impegnativa eredità di San Francesco oltre che coinvolgere personalmente ogni frate diventa anche il principale messaggio che la comunità desidera trasmettere a tutti coloro che visitano La Verna.
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La Verna (ศาลาฟรังชิสกาน)
45 Via del Santuario della Verna
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Il fantastico santuario della Verna si trova sull'Appennino Toscano. Il monte, ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti, è visibile da tutto il Casentino e dall'alta Val Tiberina ed ha una forma inconfondibile con la sua vetta di circa m 1283, tagliata a picco da tre parti. Nell'estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava. L'evento delle stimmate e l'esempio di vita sono il bene più prezioso che Francesco consegna ai frati della Verna. L'impegnativa eredità di San Francesco oltre che coinvolgere personalmente ogni frate diventa anche il principale messaggio che la comunità desidera trasmettere a tutti coloro che visitano La Verna.
Camaldoli, fondata mille anni fa da San Romualdo, è una comunità di monaci benedettini. Le sue due case, il Sacro Eremo e il Monastero, immerse nella pace della foresta, rappresentano due dimensioni fondamentali dell’esperienza monastica, la solitudine e la comunione. La comunità monastica vive nella ricerca di Dio, nella preghiera e nel lavoro, e si apre alla condivisione con gli uomini e le donne del nostro tempo soprattutto attraverso l’ospitalità. La Foresteria offre uno spazio aperto a tutti, di approfondimento spirituale e culturale, di dialogo e di incontro. Eremo è parola greca che significa deserto. Per cui la struttura del Sacro Eremo si ispira alla spiritualità dei padri del deserto: monaci che si ritirarono fin dai primi secoli del cristianesimo nei deserti della Siria, della Palestina, dell’Egitto per vivere una quotidianità intessuta di preghiera, silenzio, solitudine, lavoro, rimanere in cella ecc. Romualdo, intorno all’anno 1025, fondando il Sacro Eremo di Camaldoli, si rifà alla architettura della Laura orientale. Essa è un agglomerato di celle eremitiche con la chiesa per la preghiera comune. All’inizio le celle erano cinque, ora le celle del Sacro Eremo di Camaldoli sono venti e sono distribuite su cinque file che si snodano oltre il cancello della clausura. La cella più recente risale al 1743. Oltre alle celle eremitiche il complesso dell’eremo è composto da edifici comuni che ospitano la biblioteca, il refettorio, una piccola foresteria e degli spazi per gruppi, incontri e la preghiera personale. L’attuale chiesa sorge nello spazio del primitivo oratorio dedicato al Santo Salvatore Trasfigurato e risale al sec. XVIII°. La facciata fu eretta nel 1713. Nelle nicchie le statue del S. Salvatore, S. Benedetto e S. Romualdo. Sulla porta di ingresso alla chiesa un prezioso bassorilievo della Madonna con Bambino di Gregorio di Lorenzo (1460). Nel transetto della chiesa ai lati due Cappelle laterali, a sinistra la Cappella di S. Antonio del deserto dove spicca uno splendido altorilievo in ceramica di Andrea della Robbia (fine ‘400): al centro Madonna con Bambino; da sinistra verso destra: S. Romualdo, S. Maria Maddalena, S. Giovanni Battista e S. Antonio del Deserto. Nella cappella di destra dedicata a S. Giuseppe, dipinto di Venanzio l’Eremita (1659). Il dipinto in fondo alla navata nell’abside rappresenta la della Trasfigurazione del Signore con Mosè, Elia e i tre discepoli Pietro Giovanni e Giacomo di Ezio Giovannozzi (1937). Al centro: Pala di scuola toscana (1593) raffigurante il Crocifisso fra i Santi Pietro e Paolo, Romualdo e Francesco. Ai lati dell’abside due preziosi tabernacoli: quello di destra di Gregorio di Lorenzo (1463), quello di sinistra di Gino da Settignano. Sulle pareti del coro dipinti di Giovanni Drago e di Francesco Franci (sec. XVII°) raffiguranti scene della vita di S. Romualdo. Altri luoghi da non poter non visitare sono la cella di S. Romualdo e la Cappella del Vaso di Creta, Camaldoli offre un mix di storia e cultura da non perdere.
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Eremo di Camaldoli
6 Strada Provinciale 124 dell'Eremo
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Camaldoli, fondata mille anni fa da San Romualdo, è una comunità di monaci benedettini. Le sue due case, il Sacro Eremo e il Monastero, immerse nella pace della foresta, rappresentano due dimensioni fondamentali dell’esperienza monastica, la solitudine e la comunione. La comunità monastica vive nella ricerca di Dio, nella preghiera e nel lavoro, e si apre alla condivisione con gli uomini e le donne del nostro tempo soprattutto attraverso l’ospitalità. La Foresteria offre uno spazio aperto a tutti, di approfondimento spirituale e culturale, di dialogo e di incontro. Eremo è parola greca che significa deserto. Per cui la struttura del Sacro Eremo si ispira alla spiritualità dei padri del deserto: monaci che si ritirarono fin dai primi secoli del cristianesimo nei deserti della Siria, della Palestina, dell’Egitto per vivere una quotidianità intessuta di preghiera, silenzio, solitudine, lavoro, rimanere in cella ecc. Romualdo, intorno all’anno 1025, fondando il Sacro Eremo di Camaldoli, si rifà alla architettura della Laura orientale. Essa è un agglomerato di celle eremitiche con la chiesa per la preghiera comune. All’inizio le celle erano cinque, ora le celle del Sacro Eremo di Camaldoli sono venti e sono distribuite su cinque file che si snodano oltre il cancello della clausura. La cella più recente risale al 1743. Oltre alle celle eremitiche il complesso dell’eremo è composto da edifici comuni che ospitano la biblioteca, il refettorio, una piccola foresteria e degli spazi per gruppi, incontri e la preghiera personale. L’attuale chiesa sorge nello spazio del primitivo oratorio dedicato al Santo Salvatore Trasfigurato e risale al sec. XVIII°. La facciata fu eretta nel 1713. Nelle nicchie le statue del S. Salvatore, S. Benedetto e S. Romualdo. Sulla porta di ingresso alla chiesa un prezioso bassorilievo della Madonna con Bambino di Gregorio di Lorenzo (1460). Nel transetto della chiesa ai lati due Cappelle laterali, a sinistra la Cappella di S. Antonio del deserto dove spicca uno splendido altorilievo in ceramica di Andrea della Robbia (fine ‘400): al centro Madonna con Bambino; da sinistra verso destra: S. Romualdo, S. Maria Maddalena, S. Giovanni Battista e S. Antonio del Deserto. Nella cappella di destra dedicata a S. Giuseppe, dipinto di Venanzio l’Eremita (1659). Il dipinto in fondo alla navata nell’abside rappresenta la della Trasfigurazione del Signore con Mosè, Elia e i tre discepoli Pietro Giovanni e Giacomo di Ezio Giovannozzi (1937). Al centro: Pala di scuola toscana (1593) raffigurante il Crocifisso fra i Santi Pietro e Paolo, Romualdo e Francesco. Ai lati dell’abside due preziosi tabernacoli: quello di destra di Gregorio di Lorenzo (1463), quello di sinistra di Gino da Settignano. Sulle pareti del coro dipinti di Giovanni Drago e di Francesco Franci (sec. XVII°) raffiguranti scene della vita di S. Romualdo. Altri luoghi da non poter non visitare sono la cella di S. Romualdo e la Cappella del Vaso di Creta, Camaldoli offre un mix di storia e cultura da non perdere.
Un luogo storico ed incredibilmente affascinante per chiunque. Il Castello di Poppi è considerato il simbolo, non solo di questo paese, ma dell’intero Casentino. Fu edificato tra la fine del XII e gli inizi del XIV secolo dalla nobile famiglia dei Guidi ed è il castello più “giovane” tra tutti quelli eretti da questa potente casata in Casentino, terra toscana rinomata appunto per i suoi castelli. L'edificio è stato ristrutturato a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido. Il castello è stato teatro di un avvenimento storico: l'11 giugno 1289, davanti al monumento, si è svolta la battaglia di Campaldino. Incerta la paternità dell'edificio: la parte più antica è attribuita non univocamente a Lapo di Cambio, mentre la più recente, databile alla fine del XIII secolo, sarebbe di Arnolfo di Cambio. All'interno dell'edificio, che per anni ha ospitato la sede dell'amministrazione comunale del centro in provincia di Arezzo, è possibile vedere una cappella, un museo sulla battaglia di Campaldino, una biblioteca e il Centro di documentazione Giovanni Gualberto Miniati.
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ปราสาทของเอิร์ลส์กุอิดี้
1 Via Mino da Poppi
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Un luogo storico ed incredibilmente affascinante per chiunque. Il Castello di Poppi è considerato il simbolo, non solo di questo paese, ma dell’intero Casentino. Fu edificato tra la fine del XII e gli inizi del XIV secolo dalla nobile famiglia dei Guidi ed è il castello più “giovane” tra tutti quelli eretti da questa potente casata in Casentino, terra toscana rinomata appunto per i suoi castelli. L'edificio è stato ristrutturato a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido. Il castello è stato teatro di un avvenimento storico: l'11 giugno 1289, davanti al monumento, si è svolta la battaglia di Campaldino. Incerta la paternità dell'edificio: la parte più antica è attribuita non univocamente a Lapo di Cambio, mentre la più recente, databile alla fine del XIII secolo, sarebbe di Arnolfo di Cambio. All'interno dell'edificio, che per anni ha ospitato la sede dell'amministrazione comunale del centro in provincia di Arezzo, è possibile vedere una cappella, un museo sulla battaglia di Campaldino, una biblioteca e il Centro di documentazione Giovanni Gualberto Miniati.
Uno dei tanti Castelli caratteristici del Casentino. L'episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d'oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località in seguito chiamata Omomorto; l'episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel canto XXX dell'Inferno. Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in buoni rapporti con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo: va detto per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il castello venne acquistato dal comune di Firenze.
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Castello di Romena
10 Via di Pieve di Romena
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Uno dei tanti Castelli caratteristici del Casentino. L'episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d'oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località in seguito chiamata Omomorto; l'episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel canto XXX dell'Inferno. Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in buoni rapporti con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo: va detto per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il castello venne acquistato dal comune di Firenze.
Uno dei tanti Castelli caratteristici della zona che ci racconta la storia del sommo poeta, " Dante". Come a molti altri luoghi casentinesi anche a Porciano esistono molte memorie legate, anche se non provate storicamente, a Dante Alighieri. Si narra che nel 1311 il poeta si recò per la prima volta a Porciano per convincere i Conti Guidi, che da sempre osteggiavano i guelfi Fiorentini, ad appoggiare l'appena incoronato Imperatore Arrigo VII e convincerlo a schierarsi apertamente dalla parte ghibellina. Da Porciano partirono due famose lettere di Dante. La prima, il 31 marzo 1311, destinata ai Fiorentini, piena di astio e risentimento dopo l'esilio a cui era stato condannato, per invitarli a sottomettersi all'Imperatore. La seconda, il 16 aprile dello stesso anno, all'Imperatore per spingerlo a schiacciare con le armi la stessa Firenze. Le cose non andarono a buon fine, i Conti Guidi non mantennero le promesse di fedeltà fatte all'Imperatore, e il poeta immortalò il suo disprezzo per i traditori nel XIV° canto del Purgatorio della Divina Commedia. Questo causò la vendetta dei Guidi che imprigionarono l'Alighieri proprio in una delle stanze di Porciano. Un'altra leggenda che riguarda il castello è quella relativa alla presenza fra le sue mura di un tesoro, una campana tutta d'oro che 'vale quanto tutto il Casentino'. La possente Torre Palazzo di Porciano ancora dotata di merlatura guelfa, è la più grande del Casentino con i suoi 35 metri e sei piani di altezza, si innalza fra i resti della cinta muraria, due torri, quella occidentale trasformata in campanile della chiesa del paese, e due porte, una a nord e una a sud. La rovina del castello iniziò nel XVI° secolo in contemporanea con la crescita del paese di Stia, posto a valle, molto più comodo per il commercio. I ruderi della fortificazione conobbero anche l'onta di essere destinati ad uso agricolo. Come il vicino castello di Romena, anche Porciano divenne nell'800 proprietà dei conti Goretti de Flamini che ne curarono il restauro. Sul sito furono portate avanti anche ricerche archeologiche che hanno permesso il recupero di reperti atti a ricostruire le fasi di sviluppo del castello.
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Castello di Porciano
1-21 Via D. Alighieri
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Uno dei tanti Castelli caratteristici della zona che ci racconta la storia del sommo poeta, " Dante". Come a molti altri luoghi casentinesi anche a Porciano esistono molte memorie legate, anche se non provate storicamente, a Dante Alighieri. Si narra che nel 1311 il poeta si recò per la prima volta a Porciano per convincere i Conti Guidi, che da sempre osteggiavano i guelfi Fiorentini, ad appoggiare l'appena incoronato Imperatore Arrigo VII e convincerlo a schierarsi apertamente dalla parte ghibellina. Da Porciano partirono due famose lettere di Dante. La prima, il 31 marzo 1311, destinata ai Fiorentini, piena di astio e risentimento dopo l'esilio a cui era stato condannato, per invitarli a sottomettersi all'Imperatore. La seconda, il 16 aprile dello stesso anno, all'Imperatore per spingerlo a schiacciare con le armi la stessa Firenze. Le cose non andarono a buon fine, i Conti Guidi non mantennero le promesse di fedeltà fatte all'Imperatore, e il poeta immortalò il suo disprezzo per i traditori nel XIV° canto del Purgatorio della Divina Commedia. Questo causò la vendetta dei Guidi che imprigionarono l'Alighieri proprio in una delle stanze di Porciano. Un'altra leggenda che riguarda il castello è quella relativa alla presenza fra le sue mura di un tesoro, una campana tutta d'oro che 'vale quanto tutto il Casentino'. La possente Torre Palazzo di Porciano ancora dotata di merlatura guelfa, è la più grande del Casentino con i suoi 35 metri e sei piani di altezza, si innalza fra i resti della cinta muraria, due torri, quella occidentale trasformata in campanile della chiesa del paese, e due porte, una a nord e una a sud. La rovina del castello iniziò nel XVI° secolo in contemporanea con la crescita del paese di Stia, posto a valle, molto più comodo per il commercio. I ruderi della fortificazione conobbero anche l'onta di essere destinati ad uso agricolo. Come il vicino castello di Romena, anche Porciano divenne nell'800 proprietà dei conti Goretti de Flamini che ne curarono il restauro. Sul sito furono portate avanti anche ricerche archeologiche che hanno permesso il recupero di reperti atti a ricostruire le fasi di sviluppo del castello.
Uno dei parchi più belli di Italia. Vincitore del premio Nobel per la natura. Luogo indimenticabile ed imperdibile. Nient'altro da aggiungere.
Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Centro Visite
14A Via Nazionale
Uno dei parchi più belli di Italia. Vincitore del premio Nobel per la natura. Luogo indimenticabile ed imperdibile. Nient'altro da aggiungere.

Informazioni sulla città/località

Piccolo paesino caratteristico della Valle del Casentino immerso nella splendida natura del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Offre luoghi di meditazione, luoghi perfetti per rilassarsi nella natura ed attività sportive come trekking, ebike e molto altro. Nei periodi estivi è possibile prendere parte alle svariate Sagre dei paesi del Casentino.
Badia Prataglia
Piccolo paesino caratteristico della Valle del Casentino immerso nella splendida natura del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Offre luoghi di meditazione, luoghi perfetti per rilassarsi nella natura ed attività sportive come trekking, ebike e molto altro. Nei periodi estivi è possibile prendere parte alle svariate Sagre dei paesi del Casentino.
Poppi, nominato secondo borgo più bello di Italia si trova semplicemente a circa 15m di macchina dalla nostra abitazione. Un piccolo paese storico della nostra nazione che offre cultura e divertimento. Caratteristico il Castello dei conti guidi, situato in pratello (la zona superiore del paese), dove si può trascorrere splendide giornate con un panorama mozzafiato. Durante i periodi estivi il paese da l'opportunità di partecipare ad il "Gusto dei Guidi" storica festa del vino. Luogo da visitare assolutamente!
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Poppi
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Poppi, nominato secondo borgo più bello di Italia si trova semplicemente a circa 15m di macchina dalla nostra abitazione. Un piccolo paese storico della nostra nazione che offre cultura e divertimento. Caratteristico il Castello dei conti guidi, situato in pratello (la zona superiore del paese), dove si può trascorrere splendide giornate con un panorama mozzafiato. Durante i periodi estivi il paese da l'opportunità di partecipare ad il "Gusto dei Guidi" storica festa del vino. Luogo da visitare assolutamente!
Bibbiena, situata a circa 20m dall'abitazione è il paese più grande che si trova nella vallata. Offre tutti i comfort di cui si può aver bisogno durante la vostra vacanza. Da non perdere la famosa "Piazza Tarlati" da cui si può avere una splendida vista sulla valle del Casentino. Il centro storico di Bibbiena è un vero e proprio mosaico di palazzi signorili: Palazzo Mazzoleni, Palazzo Niccolini e Palazzo Dovizi.
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Bibbiena
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Bibbiena, situata a circa 20m dall'abitazione è il paese più grande che si trova nella vallata. Offre tutti i comfort di cui si può aver bisogno durante la vostra vacanza. Da non perdere la famosa "Piazza Tarlati" da cui si può avere una splendida vista sulla valle del Casentino. Il centro storico di Bibbiena è un vero e proprio mosaico di palazzi signorili: Palazzo Mazzoleni, Palazzo Niccolini e Palazzo Dovizi.
Chiusi della Verna, a circa 25 minuti dall'abitazione è uno dei piccoli paesi del Casentino più caratteristici. Luogo di meditazione immerso nel parco perfetto per tutti coloro alla ricerca del relax.
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Chiusi della Verna
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Chiusi della Verna, a circa 25 minuti dall'abitazione è uno dei piccoli paesi del Casentino più caratteristici. Luogo di meditazione immerso nel parco perfetto per tutti coloro alla ricerca del relax.
Corezzo è un piccolo paesino a circa 5 minuti dall' abitazione. Perfetto per avventurarsi in attività come trekking, camminate, bicicletta. Caratteristica la famosa "sagra del Tortello", evento che racconta e da l'opportunità di assaggiare il prelibatissimo piatto Casentinese per eccellenza, il tortello. A Corezzo vi sarà possibile anche trascorrere una giornata al fiume perfetto per rinfrescarvi nei periodi estivi.
Corezzo
Corezzo è un piccolo paesino a circa 5 minuti dall' abitazione. Perfetto per avventurarsi in attività come trekking, camminate, bicicletta. Caratteristica la famosa "sagra del Tortello", evento che racconta e da l'opportunità di assaggiare il prelibatissimo piatto Casentinese per eccellenza, il tortello. A Corezzo vi sarà possibile anche trascorrere una giornata al fiume perfetto per rinfrescarvi nei periodi estivi.
Stia è un piccolo paesino caratteristico della valle pieno di attrazioni e storia. Stia trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello. Luoghi da visitare: Il Palagio fiorentino ed il castello di Porciano.
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Stia
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Stia è un piccolo paesino caratteristico della valle pieno di attrazioni e storia. Stia trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello. Luoghi da visitare: Il Palagio fiorentino ed il castello di Porciano.
Camaldoli immerso nel parco delle foreste casentinesi è uno dei luoghi da visitare obbligatoriamente durante il vostro soggiorno in Casentino. Storicamente luogo di meditazione e preghiera, ideale per camminate, picnic, trekking e qualsiasi attività per tutti i veri amanti della natura.
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Camaldoli
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Camaldoli immerso nel parco delle foreste casentinesi è uno dei luoghi da visitare obbligatoriamente durante il vostro soggiorno in Casentino. Storicamente luogo di meditazione e preghiera, ideale per camminate, picnic, trekking e qualsiasi attività per tutti i veri amanti della natura.

Offerta gastronomica

Ristorante che offre un ottimo connubio tra qualità e prezzo. Situato a soli 5 minuti dall'abitazione a Badia prataglia è un luogo perfetto per trascorrere pranzi e cene.
Il Capanno
1 Via Fangacci
Ristorante che offre un ottimo connubio tra qualità e prezzo. Situato a soli 5 minuti dall'abitazione a Badia prataglia è un luogo perfetto per trascorrere pranzi e cene.
Bar che si trova nel centro storico di Bibbiena. Perfetto per sostare e aperitivi.
Bar Turismo di Biancucci D. & C. Sas
1 Piazza Giacomo Matteotti
Bar che si trova nel centro storico di Bibbiena. Perfetto per sostare e aperitivi.
Pub situato nel centro storico di Bibbiena che si affaccia su Piazza Tarlati. Luogo perfetto per gustarsi una bevuta al cospetto della fantastica " Piazza dei Tarlati" di Bibbiena. A due passi del pub si ha la possibilità di entrare nella "terrazza" del paese che offre una splendida vista sul Casentino.
Le Logge del Tarlati
8 Piazza Tarlati
Pub situato nel centro storico di Bibbiena che si affaccia su Piazza Tarlati. Luogo perfetto per gustarsi una bevuta al cospetto della fantastica " Piazza dei Tarlati" di Bibbiena. A due passi del pub si ha la possibilità di entrare nella "terrazza" del paese che offre una splendida vista sul Casentino.
Pub che si trova al cospetto del fantastico Castello dei conti Guidi a Poppi. Una zona che ha un fascino ed una bellezza mozzafiato.
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Il Pratello
1 Via Conti Guidi
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Pub che si trova al cospetto del fantastico Castello dei conti Guidi a Poppi. Una zona che ha un fascino ed una bellezza mozzafiato.

คำแนะนำเกี่ยวกับเมือง

สัมภาระที่ควรเตรียม

Zaino, scarpe comode, attrezzatura per camminate.

Molte attività si svolgono all'interno del parco e nella natura. Vi consigliamo di avere tutto ciò che vi possa essere d'aiuto e comodo per attività di questo genere.
การเดินทาง

L'auto anche se per distanze brevi è indispensabile.

Per riuscire a visitare l'intera vallata del Casentino gli spostamenti sono inevitabili. Anche se, la vallata offre delle piste ciclabili da poter percorrere a piedi o in bici per poter visitare tutti i luoghi più belli della vallata.
ห้ามพลาด

Poppi, Badia Prataglia, Chiusi della Verna e Camaldoli.

Questi luoghi sono imperdibili poiché altamente caratteristici della Vallata. Non ve ne pentirete!